Era uno degli appuntamenti più attesi
del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, l’incontro con la
blogger cubana Yoani Sanchez, per la prima volta in Italia, intervistata dal
direttore de La Stampa Mario Calabresi e non ha di certo tradito le
aspettative. Il suo blog “Generacion Y”, di
critica al regime castrista cubano, conta 14 milioni di accessi e migliaia di
commenti ogni mese. Il panel è stato organizzato in collaborazione con il
quotidiano torinese e si è tenuto presso la Sala dei Notari alle ore 21, a
conclusione della settima edizione del noto Festival.
Non sono però mancati
momenti di forte tensione per via delle contestazioni da parte di una trentina
di filo-castristi che prima hanno appeso striscioni e distribuito volantini fuori
dalla sala e poi hanno poi atteso l’ingresso della giornalista nella sala,
contestandola poco prima che iniziasse l’intervista da parte di Calabresi,
impadronendosi del palco e lanciando bandiere e volantini in aria.
Già prima dell’evento
infatti alcuni aderenti dell’associazione “Italia Cuba”, avevano appeso
striscioni con i quali si chiedeva “Giustizia per i 5 cubani sequestrati in Usa”
e avevano allestito un banchetto dove venivano distribuiti volantini contro la
Sanchez.
Poi durante il panel,
quando la nota blogger ha preso la parola, si sono alzati a sorpresa circa trenta
filo-castristi, ed hanno mostrato uno striscione. Il gruppo si è avvicinato impetuosamente
alla blogger lanciandole addosso volantini che raffiguravano dollari finti, con
dietro un messaggio dal titolo “Quello che la Sanchez non dice”. Firmati
da ‘Rete dei comunisti’, ‘Collettivo Militant’, ‘Nuestra America’, Capitolo
italiano della rete delle reti in difesa dell’umanità’, nei volantini si
chiedeva la liberazione di 5 militanti cubani detenuti in Usa imprigionati nel
lontano 1998. I contestatori hanno urlato “sei pagata dalla Cia”, accusando la
Sanchez di essere coccolata, accudita e ovviamente pagata dall'Occidente.
Altre persone gridavano
contro i contestatori dalla platea, molti hanno urlato “Vergogna”, Calabresi ha
cercato di sedare gli animi e l’organizzatrice del Festival, Arianna Ciccone, è
intervenuta cercando di allontanarli. E’ durata circa dieci minuti la protesta,
al canto di “Bella ciao”, urlata con veemenza contro la blogger cubana, che è rimasta seduta al suo posto,
impassibile, senza parlare, protetta da alcuni uomini della sicurezza interna.
E’ stata composta e laconica la sua risposta, dopo
che i contestatori hanno lasciato la sala: "Anche noi a Cuba vorremmo
protestare come hanno fatto loro. E' bello vedere gente libera di manifestare e
per questo li ringrazio. Le loro proteste rendono più alta la mia voce".
Pur con molte
difficoltà, l’incontro è finalmente iniziato e la Sanchez ha potuto rispondere
alle domande di Calabresi e raccontare la sua Cuba. Nel panel, oltre alla presentazione
del libro di Gordiano Lupi “Yoani Sánchez-In attesa della
primavera” (Edizioni Anordest, aprile 2013), si è parlato
ovviamente anche del suo blog, che lei definisce un “esorcismo personale”
contro le paure della vita quotidiana.
Anche durante l’intervista
diverse sono state le interruzioni da parte di alcuni contestatori rimasti in
sala, che hanno posto alcune domande. Si è trattato però di interventi lunghi e
provocatori, la tensione si è accesa di nuovo, si è sfiorato il contatto
fisico, la Ciccone è di nuovo intervenuta per cercare di dare spazio ad altre
domande. Il pubblico però era tutto per lui ed è stato impossibile zittire la
sua voce.
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