Processo Ruby, pm: “ad Arcore collaudato sistema prostitutivo”. Berlusconi: “mai pagato donne”


Dura la requisitoria del pubblico ministero Antonio Sangermano nel processo Ruby, in cui l’ex premier Silvio Berlusconi risponde di concussione e prostituzione minorile. Si è chiusa l'istruttoria dibattimentale.  I giudici del tribunale di Milano hanno infatti respinto la richiesta di prove aggiuntive avanzate dalla difesa di Silvio Berlusconi. Venerdì la richiesta di condanna da parte del pm Ilda Boccassini.

Non erano cene eleganti, né spettacoli di burlesque, ma si trattava di un "collaudato sistema prostitutivo" di cui Ruby e la Minetti erano "parte integrante". Il tutto per "soddisfare il piacere sessuale" di Silvio Berlusconi. Così il pubblico ministero Antonio Sangermano ha iniziato la sua requisitoria. “Gli elementi di prova – esordisce il pm – convergono univocamente ad attestare la responsabilità dell'imputato”. 

Le tre fasi- Il sistema era "articolato in tre fasi: cena, bunga bunga e poi sesso a pagamento". "La cena, che talora vedeva già contatti di natura sessuale tra Berlusconi, Fede che era presente e intermediario, e le ragazze; il bunga bunga, che non è un'invenzione ma è stato così definito dalle ragazze, dove i momenti di natura sessuale diventavano più espliciti con spogliarelli e atti di natura erotica; la terza fase in cui alcune ospiti s'intrattenevano nella villa di Berlusconi, ottenendo un quid pluris economico, tanto da scatenare una competizione tra loro".

Ruby e Minetti parti integranti- "La minorenne Ruby era parte integrante del sistema di prostituzione di Arcore dove Silvio Berlusconi remunerava gli atti sessuali con soldi o benefit", ha ancora detto Sangermano. E anche Nicole Minetti lo era, e "svolgeva un ruolo particolarmente delicato compiendo ella personalmente atti prostitutivi" e facendo da "intermediatrice e agevolatrice dell'altrui prostituzione", ricavandone oltre a denaro anche "l'inserimento in politica". 


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