Qualcosa alla fine si è ottenuto. Slitta al prossimo 8 febbraio il processo d'appello sui diritti tv di Mediaset, che vede Silvio Berlusconi condannato in primo grado a 4 anni per frode fiscale. Lo hanno deciso i giudici della seconda Corte d'appello di Milano, trovatisi in una situazione di stallo per l’atto di ribellione degli avvocati, che hanno abbandonato l'aula dopo che si sono visti negare il legittimo impedimento presentato da Berlusconi, con l’ordine all’accusa di procedere con la requisitoria.
Gli avvocati hanno motivato così la decisione: ''Questa Corte d'appello si è resa protagonista di una grave lesione dei diritti di difesa. Noi con la nostra presenza in aula non possiamo più legittimare questo comportamento'', ha spiegato Ghedini, precisando che in 30 anni di carriera ''non ho mai fatto un gesto di questo genere''. “ In 15 anni di difesa di Berlusconi sempre era stata concessa la sospensione dei processi per consentire lo svolgimento della campagna elettorale. Non mi era mai accaduto, ma sono costretto ad abbandonare quest’aula” ha aggiunto Ghedini prima di alzarsi e togliere la toga.
No al rinvio per legittimo impedimento- I giudici di Milano avevano infatti respinto l’istanza di rinvio per legittimo impedimento del processo Mediaset presentata dai difensori del Cavaliere, spiegando che gli impegni indicati dall'ex premier non possono essere considerati ''impedimenti assoluti e concreti''. Il leader del Pdl nel fare istanza aveva indicato come impegni una riunione con gli europarlamentari e nel pomeriggio la presentazione dei candidati alle politiche della circoscrizione Lazio.
Ghedini e Longo sono stati sostituiti da un avvocato nominato d'ufficio. Gli altri avvocati hanno abbandonato l'aula per "spirito di solidarietà nei confronti dei colleghi Ghedini e Longo" e sono stati sostituiti da un secondo legale, nominato d'ufficio a rappresentare tutti gli imputati.
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