Elezioni 2013, la campagna elettorale si fa su Internet: la gestione del politico 2.0


Campagna elettorale ed Internet: un binomio oggi indissolubile. Con il web si riesce a fare quello che non era possibile fare con i media tradizionali: dialogare con gli elettori, attraverso un coinvolgimento diretto e attivo del cittadino nel processo decisionale. Grazie agli strumenti interattivi che offre il cyberspazio, la distanza tra politici ed elettori si è ridotta drasticamente, portando anche ad  un notevole ampliamento del bacino di utenza. Una bella sfida da raccogliere per l’uomo politico, ma anche un’interessante opportunità che oggi non può non sfruttare. Molti infatti si stanno adeguando. Secondo uno studio del Digital Policy Council che ha preso in considerazione 164 Paesi, circa il 75% dei leader politici ha un account su un social network, rispetto al 42% del 2011.

Se l’Italia è stata finora indietro nell’utilizzo del web in politica, per le prossime elezioni sembra che la rete, soprattutto attraverso i social network, con Twitter in testa, sia diventata il vero campo di battaglia. Un po’ per cultura, un po’ per i ritardi nell’innovazione tecnologica e per la presenza dell’infrastruttura banda larga, per cui secondo l’Onu l’Italia è in caduta libera al 29° posto su 155, solo ora ci stiamo adeguando alle novità e al resto del mondo. E se gli Stati Uniti con Barack Obama hanno fatto da apripista per quanto riguarda la capacità di capire e sfruttare le potenzialità dell’online, ora la tendenza sta cambiando anche in Italia e i nostri politici si stanno adattando.

Il linguaggio di Internet- Comunicare attraverso i mass media o su Internet non è però la stessa cosa e i politici devono impararlo. Ogni medium ha il suo linguaggio e le sue strategie. E’ noto che i mezzi di comunicazione di massa hanno svolto, fin dall’inizio del XX secolo, un ruolo dominante nella costruzione dell’opinione pubblica e per il loro delicato ruolo di “watchdog”, sono stati e sono tuttora uno strumento fondamentale per il funzionamento delle democrazie occidentali. A differenza però di stampa, tv e radio, Internet, pur svolgendo la stessa funzione di controllo, aggiunge qualcosa in più e favorisce lo sviluppo di una comunicazione interattiva, dove l’informazione si trasmette in senso orizzontale e la conoscenza si forma dallo scambio di opinioni. Con il web 2.0 e 3.0 si creano nuovi spazi sociali: le agorà virtuali sono in continua crescita soprattutto tra i giovani, che non mancano di criticare (anche duramente) i politici. Questi non possono più ignorarli: devono frequentare i nuovi spazi, ascoltare e dialogare con gli utenti. Non dobbiamo credere però che la rete soppianterà gli altri media, ma piuttosto ci lavorerà insieme. La tv rimane lo strumento centrale per la comunicazione politica, soprattutto in Italia.



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