Inquinamento: meno polveri sottili nelle città italiane, ma più cemento

Si respira aria più pulita nella città italiane, ma la situazione rimane comunque critica. E' quanto, in estrema sintesi, ha rilevato il rapporto annuale dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sulla qualità dell'ambiente urbano. Presentato nei giorni scorsi a Roma, alla presenza del Ministro dell'Ambiente Andrea Orlando, il dossier ha evidenziato che le emissioni inquinanti nei grossi centri urbani risultano, in generale, diminuite.
Tra il 2000 e il 2010, in particolare, si sono abbassate a livello nazionale le emissioni di polveri sottili "PM10" (-37% nel totale del campione) e il biossido di azoto, ma non ovunque. In molte città del centro-nord, in Campania e in Sicilia, questi due elementi continuano a superare dei livelli di criticità.
Più nel dettaglio, le maggiori emissioni di PM10, definito dall'Ispra come "un mix di particelle emesso dai tubi di scappamento delle auto, dai camini delle caldaie e dei caminetti per il riscaldamento domestico, dai camini delle industrie", si sono registrate nel corso del 2010 nelle città di Roma, Taranto, Milano, Torino e Napoli. Le emissioni minori sono state registrate, invece, nelle città di Campobasso e Aosta. Sin dal 2006, comunque, si è registrata una tendenza alla diminuzione, quando su 57 stazioni di monitoraggio, ben 29 hanno registrato una diminuzione significativa dei PM10. Per le concentrazioni atmosferiche di ozono non si registra invece alcun calo.
Inoltre, la riduzione delle emissioni riguarda tutti i settori, ad eccezione del riscaldamento che registra invece un incremento del 33%. Sempre secondo i dati dell'Ispra, pare infatti che derivi da qui la maggior parte delle emissioni di particolato (37%), e poi dal trasporto su strada (31%).

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