PMI e lavoro tra le priorità del governo Letta: intervista a Vincenzo Elifani, vice presidente di Confapi

Rinvio dell’IVA e conferma della sospensione dell’IMU. Decreto del fare, tassello importante dell'operazione di rilancio dell'economia, che tra le varie misure prevede semplificazioni per le imprese, il lavoro e la burocrazia. Decreto lavoro, approvato dal Consiglio dei Ministri (e pubblicato in GU n. 150 del 28-6-2013), con nuove importanti misure, a cominciare dagli sgravi per le nuove assunzioni (dei giovani e non solo). Decreto sui pagamenti alle imprese (convertito in legge e pubblicato in GU n.132 del 7-6-2013), che sblocca i primi 40 miliardi per le Pubbliche Amministrazioni ancora insolventi nei confronti di prestatori d’opera o di servizi. Sono tanti i provvedimenti urgenti varati in questi giorni dal governo Letta, che come tali fanno capire quali siano le priorità per il nostro Paese. Imprese e lavoro sono in cima alla lista, tanto che la determinazione del premier Letta ha fatto sì che l’occupazione giovanile e il finanziamento all’economia, in particolare per le PMI, siano state al centro dell’attenzione del Consiglio europeo, che si è svolto in questi giorni a Bruxelles.

Di tutto questo parliamo con il dottor Vincenzo Elifani, Vice Presidente nazionale di CONFAPI (Confederazione Italiana della Piccola e Media Industria privata), presidente di CONFAPI LAZIO e presidente di UNIONSERVIZI CONFAPI, che ci aiuterà a capire quali siano le prospettive future per le PMI italiane.

1 - Dott. Elifani, come giudica l’operato di questo governo di larghe intese? Sta andando nella direzione giusta?

“Mi sembra di sì. Questo Governo è l’espressione dalle parti più moderate e costruttive del nostro Paese e se persegue la strada delle riforme liberali può fare uscire l’Italia dalla crisi economica finanziaria e culturale in cui si è venuta a trovare. C’è bisogno, però, di una pubblica amministrazione meno sprecona, con più meritocrazia e una maggiore attenzione alle responsabilità personali, di un sistema economico con maggiore libertà d’impresa e meno ostacoli burocratici, di un fisco più celere e meno gravoso per le imprese e le famiglie, di una giustizia più veloce ed equilibrata, di una legge elettorale che - pur garantendo una rappresentanza politica scelta direttamente dagli elettori, e non dalla segreteria di partito - assicuri stabilità e governabilità del Paese. Insomma, ci sono tante cose importanti da fare, per questo bisognerebbe lasciar lavorare il Governo con serenità, senza minacciare di farlo cadere per le solite piccole questioni di partito o di casta”.

2- La tanto attesa modifica della riforma Fornero è stata attuata: in base ai calcoli dell’Istat e a quanto sostiene il ministro Giovannini, con meno carico fiscale sulle imprese si avranno 200 mila posti in più e la disoccupazione giovanile scenderà dal 25 al 23%. Economisti, politici ed analisti speravano in misure più significative. Qual è la sua opinione in merito?


“Credo si stia cercando di mettere rimedio a quanto di sbagliato è stato fatto con la Riforma Fornero. Pensare di restringere la flessibilità all’ingresso al mercato del lavoro in un momento di crisi economica come quello che l’Italia stava e sta attraversando è stato un colossale errore cui si sta ponendo rimedio solo adesso ridando vigore ai contratti a tempo determinato, all’apprendistato e ai tirocini. A mio avviso, occorre liberalizzere maggiormente anche l’uscita dal mercato del lavoro, perché solo così le imprese non avranno alibi a non assumere e sarà facilitata la ripresa produttiva e il calo della disoccupazione. Ma per questo tipo di interventi ci vuole tanto coraggio e una visione lungimirante non comune, che purtroppo ancora manca ai nostri politici”. 

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