Processo Scazzi, pm: Sarah uccisa per “scatto d’ira”, comune volontà omicida di Cosima e Sabrina


È ricominciato stamattina a Taranto il processo per l’omicidio di Sarah Scazzi. Il pubblico ministero Mariano Buccoliero nella sua requisitoria ha ricostruito le fasi dell’uccisione della 15enne di Avetrana. ''Non fu un omicidio premeditato, ma uno scatto di ira'', sostiene il pm, spiegando anche Michele Misseri ha sempre mentito riguardo questo omicidio. Per il giudice: ''l'azione omicida fu uno strangolamento che è durato da tre a cinque minuti. L'una avrebbe potuto fermare l'altra. Ci fu invece una comune volontà omicida. Una la teneva e l'altra la strangolava".

Più precisamente, l’accusa ha fatto riferimento alla “farsa di Misseri”, alle testimonianze di Mariangela Spagnoletti, amica di Sabrina, alla signora Morleo, una vicina di casa e ai tabulati telefonici.
Da questi elementi, non si può che concludere che sia Sabrina Misseri che suo padre hanno mentito su tutto. 

Lo zio Michele, secondo il pm, non può aver assassinato Sarah: “Dovremmo ipotizzare che Misseri ha ucciso e nascosto il corpo in quattro minuti. È impossibile”. Secondo l’accusa invece Sarah Scazzi è stata uccisa prima delle 14.42, e a toglierle la vita sono state Sabrina Misseri e Cosima Serrano mentre Michele non era in casa. Successivamente,  il suo corpo è stato nascosto dallo zio in auto, che gettò il cadavere denudato della piccola in un pozzo in contrada Mosca.

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