Ha destato preoccupazioni, ha fatto sorgere dubbi,
è stato criticato e etichettato come strumento di polizia fiscale, il nuovo Redditometro
(e Redditest) è stato oggetto di alcuni chiarimenti da parte dell’Agenzia
delle entrate con la circolare n. 1/E del 15 febbraio scorso. L’intento è
proprio quello di rispondere ad una serie di interrogativi sul funzionamento
del nuovo strumento di accertamento sintetico e del software Redditest posti
dalla stampa specializzata, cercando anche di placare le polemiche che
continuano a piovere copiose.
Redditest- La prima domanda riguarda il
Redditest. Durante
la presentazione del Redditest si è confermato che in presenza di “luce verde”
il contribuente non sarà selezionato ai fini dei controlli da accertamento
sintetico. In sostanza, se per ipotesi tale contribuente fosse comunque
chiamato al contraddittorio preventivo potrà eccepire la tenuta del suo reddito
con lo strumento di compliance Redditest?
L’Agenzia spiega che il ReddiTest è
esclusivamente uno strumento di autodiagnosi e orientamento per il contribuente
nel quale lo stesso inserisce tutti i dati relativi alle spese sostenute dalla
sua famiglia al fine di orientarsi circa la coerenza del proprio reddito
familiare rispetto alle spese sostenute. Ciò significa che a prescindere dall’esito (luce verde o luce rossa) il
risultato del software non influisce né ai fini dell’accertamento sintetico, né
a quelli di selezione dei controlli
Redditometro e beni ad uso promiscuo- La seconda domanda fa riferimento al fatto
che il decreto sul redditometro considera come non sostenute le spese per i
beni e servizi relativi esclusivamente ed effettivamente all’attività d’impresa
o di lavoro autonomo ma non dice nulla circa i beni ad uso promiscuo, quali ad
esempio le autovetture. Come rileveranno tali beni ed in quale misura?
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