"Nessuna parte vorrà negare gravità ed emergenza della questione
carceraria", tuona il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel
corso della sua visita al carcere milanese di San Vittore. Non usa mezzi
termini e va dritto al punto, sottolineando come la situazione delle carceri italiane non consenta lo spazio
vitale garantito: “la situazione delle nostre carceri è gravissima, la Corte europea ha
ragione. Su questo tema c'è in gioco l'onore dell'Italia". Infatti,
"nonostante l'incremento di 3.065 posti carcere il divario fra la capienza
degli istituti e il numero dei detenuti resta intollerabilmente elevato".
Non è la prima volta che il Capo dello Stato denuncia l’insostenibilità
della condizione delle carceri, pertanto” avrei
auspicato che quegli appelli fossero stati accolti in maniera maggiore", ha
aggiunto.
Lo Stato non rispetta la Costituzione- "La mancata attuazione delle
regole penitenziarie europee conferma la perdurante incapacità del nostro Stato
a realizzare un sistema rispettoso del dettato dell'artico 27 della
Costituzione sulla funzione rieducativa della pena e sul senso di
umanità", ha sottolineato Napolitano.
Detto in altre parole, dopo aver premesso di
non volere in alcun modo"interferire" sulle strade da scegliere in
materia di legislazione penale e di politica penitenziaria, il Capo dello Stato
ha ricordato che "il sovraffollamento, le condizioni di vita degradanti, i
numerosi episodi di violenza e di autolesionismo, le condotte di inquieta insofferenza e di triste indifferenza
sempre più diffuse tra i reclusi, la
mancata attuazione dunque delle regole penitenziarie europee", dimostrano
non solo che lo Stato italiano non riesca ad attuare l'art.27 della
Costituzione, ma anche che il concetto della rieducazione del detenuto sia ben
lontano dall'essere attuato.
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