Crisi di governo in Bulgaria. Il Premier bulgaro Boyko
Borisov ha annunciato le proprie dimissioni e quelle del governo da lui
guidato, a causa delle proteste di
massa contro le misure di austerità in vigore nel Paese balcanico.
Il clima del
paese, da giorni teatro di scontri tra cittadini e forze dell’ordine, si fa quindi
sempre più teso. Si protestava in particolare contro la forte impennata delle tariffe elettriche,
contro le società di distribuzione straniere,
contro il costo della vita e la corruzione che attanagliano il Paese più povero
dell'Unione europea. Rispetto
a gennaio 2012, il costo dell’energia nel paese si era infatti raddoppiato. Con il passare dei giorni poi le proteste sono
velocemente sfociate in manifestazioni anti-governative. Le immagini trasmesse
ieri dalle tv bulgare mostravano un clima da vera e propria guerra civile.
Dichiarazioni- "Oggi restituiamo al popolo il
potere che ci ha consegnato", ha detto il Presidente del Consiglio uscente
davanti al Parlamento. “Non farò parte di un governo sotto la cui
amministrazione la polizia picchia la gente”, ha spiegato il premier, leader
del partito conservatore Gerb (i
Cittadini per lo sviluppo europeo della Bulgaria) durante una conferenza
stampa. Le dimissioni del governo saranno formalizzate a metà giornata, dopo un'ultima
riunione del consiglio dei ministri.
Un volta sciolto il Governo, il Capo
dello Stato Rossen Plevneliev cercherà di formare un Esecutivo di transizione
che guidi il Paese fino alle elezioni parlamentari in programma per prossimo 5
luglio, ma è probabile che si vada ad elezioni anticipate ad aprile.
Borisov ha escluso qualsiasi ipotesi di una sua
partecipazione a un eventuale esecutivo ad interim. “Non farò rimpasti, non
farò governo programmatico con il partito Dps né con Dsb, che sono
la stessa cosa”, ha aggiunto.
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